Buonanotte, occidente.

Vedi, Andrea sono d’accordo con te che la scuola dovrebbe insegnarci qualcosa di utile per la nostra vita futura. Assolutamente d’accordo quindi che si cominci a parlare delle società con le quali ci mescoleremo – è un dato di fatto. La conoscenza è il primo passo per scacciare quella paura che è responsabile di violenze indicibili.
E questo è quello che potremmo fare noi. Noi occidentali. Insegnare che solo per il fatto di avere un sistema economico in grado di creare una immensa ricchezza, non siamo depositari di verità. Anche perché quella ricchezza – è sotto gli occhi di tutti – è imbarazzantemente sproporzionata alla povertà in cui versa buona parte delle genti del mondo.

Sono troppo ignorante per poter discutere con cognizione di causa sull’Islam di oggi. Non so dire se esista davvero o quanto possa influire quello che chiamano Islam moderato. Ho la speranza che esista, ho la speranza che possa influenzare la guida di quei paesi in cui la dimensione religiosa si fa agire politico.
Quello che occupa prepotentementela ribalta ̬ un Islam Рo una sua rappresentazione strumentalizzata di comodo Рche incendia le bandiere, che tortura simulacri, che disprezza la vita fino ad ideologizzare il martirio per fede.
Ho una segreta speranza: che questo non sia Islam. Che sia solo il delirio di qualche folle politicante, di qualche allucinato potentato che per raggiungere i suoi scopi occulti abbia trovato il mascheramento sotto il velo della fede religiosa per arruolare proseliti.
L’esistenza di questo doppio livello mi pare intravvedersi, ogni tanto. E penso a quanto dichiarato in queste ore da Ahmadinejad. Mi pare strano che dietro ad un simile atteggiamento di un personaggio certamente non noto per la sua moderazione, non ci sia un interesse politico più importante, una contropartita politica da raggiungere.

Comunque.
Se ad oggi l’Islam che più si manifesta è quello che vuole conquistare Roma, dobbiamo pensare ad un modo di difenderci.
Escludiamo la violenza. Ormai sappiamo che non è muovendo guerre che si combattono i terroristi.
Un primo passo potrebbe essere quello di cominciare a togliergli qualche convinzione. Per esempio la convinzione di poter vincere. Per fare questo dobbiamo suscitare il loro rispetto. Credo che persone nutrite a pane e religione (laddove a ben vedere religione è ancche e contemporaneamente cultura e dimensione morale) avrebbero maggiore rispetto per noi occidentali se noi stessi non avessimo svenduto, mercificato, marginalizzato la nostra religione, la nostra cultura, e non avessimo fatto a brandelli qualunque rimasuglio di morale.
Esagero? Mi pare che la nostra attuale società sia una perfetta dimostrazione vivente di quanto sostengo.
Credo fermamente che la prima cosa da farsi sia tornare a fare quadrato intorno ai valori fondanti della nostra cultura. Radici che hanno portato il frutto della tolleranza, che ancora deve guidare i passi futuri. Ma tolleranza che non vuol dire svendita della propria identità.
Ferrara, l’altro giorno si è rammaricato per l’atteggiamento dei potenti europei, che hanno lasciato solo Benedetto XXVI. Che dal canto suo fa quello che deve: difende la propria identità.
Vedi, Andrea, io trovo aberrante voler rimuovere i Crocifissi dalle aule scolastiche o di tribunale. È un segno di totale perdita della propria identità.
E sono anche fermamente convinto che in frangenti come questi una querelle come quella del Crocifisso sia un’occasione di sputtanamento nei confronti di quelle schiere di fanatici che di fronte a fatti del genere si convincono ancor di più della nostra piccineria.
Abbiamo uno strano atteggiamento: riteniamo la religione qualcosa di cui vergognarci. Qualcuno mi spieghi perché debba essere così.

Già, si fa tanto per parlare, Andrea.