La perfezione perduta del libro – Il Sole 24 ORE

La perfezione perduta del libro – Il Sole 24 ORE.

 

Non è un caso che il libro che nel Novecento ha più “riflettuto” sulla vita offesa, Minima moralia di Adorno, contenga meditazioni sull’errore: «Non c’è correzione, per quanto marginale o insignificante, che non valga la pena di effettuare. Di cento correzioni, ognuna può sembrare meschina e pedante; insieme, possono determinare un nuovo livello del testo. Non essere mai avari nelle cancellature» (Dietro lo specchio, 1945). Oltre quattro secoli prima Erasmo, in procinto di pubblicare la seconda edizione dei suoi Adagia a Rialto, all’insegna dell’Ancora e del delfino di Aldo Manuzio, ha elegantemente sintetizzato quello che costituiva, ai suoi tempi, l’essenza del canone aldino in ambito redazionale (quegli umanisti dalle dita macchiate di inchiostro, parafrasando l’ottimo saggio di Anthony Grafton, Humanists with Inky Fingers. The Culture of Correction in Renaissance Europe, Firenze, Olschki, 2011). Scrive Erasmo: «è un’impresa erculea e degna di una mente eccezionale restituire un mondo in certo senso divino che è andato quasi completamente perduto, cercare dove è nascosto, ridare la luce che era stata tolta, infondere la vita là dove era estinta, ricostruire i passi mutilati, emendare i luoghi svisati in innumerevoli modi attraverso l’errore e l’incuria degli stampatori»[…]
di Massimo Gatta – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/b31UK