Myanmar, la rivoulzione dei Monaci

Leggo e riprendo daAPCOM

Yangon, 22 set.(Apcom) – Testimoni oculari hanno riferito che la
polizia di Myanmar ha consentito ai monaci buddisti, scesi in
strada per protestare contro il governo, di passare vicino alla
casa dove è tenuta agli arresti domiciliari la leader
dell’opposizione democratica e Nobel per la pace Aung San Suu
Kyi, a Yangon, principale città dell’ex Birmania.

La polizia ha aperto brevemente la via dove si trova la casa di
Suu Kyi, agli arresti domiciliari da 12 anni, solo per far
passare i monaci.
Secondo uno di loro, la leader dell’opposizione si è affacciata
al cancello della sua abitazione e ha salutato i monaci. La
strada era stata chiusa cinque giorni fa, dopo che alcuni monaci
si erano fermati davanti alla casa della donna per pregare.

Da oltre un mese, la giunta militare al potere a Myanmar – dove
una famiglia su quattro vive sotto la soglia della povertà – è
confrontata a continue manifestazioni pacifiche contro l’aumento
del carovita. Da martedì a Yangon, i monaci buddisti si sono
messi alla testa di questo movimento di protesta. Ancora oggi
sono scesi in strada in migliaia in diverse città del Paese, per
il sesto giorno consecutivo.

Alla manifestazione di Mandalay, la più imponente degli ultimi
dieci anni, ha partecipato una folla di 10mila persone, tra cui
4mila monaci. Lo hanno riferito testimoni oculari.

Anche a Yangon (la vecchia Rangoon), almeno mille monaci, in
abito arancione e piedi nudi hanno sfilato dalla pagoda di
Shwedagon, il tempio più venerato del Paese, situato in cima alla
collina che domina la capitale, verso il centro città.

Ci sono stante anche manifestazioni di protesta a Chauk, Shwebo,
Mongwa, Taung Dwin Gyi e Ye Nan Chaung. Non si segnalano episodi
di violenza, riferisce il sito web della Bbc