Spegniamo la televisione

Questa riflessione parte da tre differenti fatti, distanti tra di loro qualche mese nel tempo, ma che nella mia testa hanno trovato un collegamento logico, la cui conclusione è: spegniamo la televisione.
Sono tre fatti di una portata ben differente l’uno dall’altro, e per questo metto le mani avanti: il mio accostamento non vuole essere irrispettoso di una tragedia immane, così come non vuole paragonare ordini di grandezza differenti. Ripeto: sono tre fatti isolati che portano alla stessa conclusione: bisogna spegnere la televisione.

Il primo fatto è la strage della scuola di Beslan.
O meglio, il video girato dai terroristi all’interno della scuola.
Il secondo è il derby Roma-Lazio interrotto a causa di una notizia falsa diffusa dai tifosi all’interno dello stadio, e sfociata negli scontri di piazza tra forze dell’ordine e tifosi.
Il terzo, il più modesto, è una chiacchiera sentita all’ufficio postale: una madre si lamentava per la bolletta telefonica da 700€, causata dalla figlia che per seguire una trasmissione di mariadefilippi, aveva abusato di internet.

Durante il video girato dai terroristi, si vede uno di loro in piedi, impettito, braccia dietro la schiena e gambe divaricate. Tiene un piede su una bomba. L’operatore inquadra l’intera scena, poi un gesto dell’inquadrato lo invita a zoomare sul dettaglio del piede sulla bomba. Ecco, è quel gesto, quella mano che viene estratta da dietro e in modo troppo, troppo retorico indica la bomba, che mi spinge a pensare. Quel gesto appare subito fuori luogo. È un gesto da rappresentazione spettacolare. Il fatto che sia inserito in quel contesto drammatico, spinge a riflettere su questo contrasto, e porta alla conclusione che il linguaggio del terrorismo è il linguaggio dello spettacolo. L’atto terroristico viene vissuto come un momento spettacolare da collocare abilmente all’interno del notiziario della sera.

Simile quanto avvenuto allo stadio. Ormai anche il tifoso più becero conosce il funzionamento del sistema dall’informazione televisiva. Ed è capace di far funzionare quella sua semplice mente per architettare un piano per avere visibilità 

La televisione ha trovato troppo spazio. Spinta dalla necessità  commerciale di vendere sempre più spazi pubblicitari e a costi sempre più elevati, ha continuato ad alzare il tiro pur di avere più pubblico. Il confine tra quanto è appropriato mostrare e quanto no si è spostato rapidamente negli ultimi anni, lasciando ben poco nell’ombra delle telecamere.
“È come in un film”.
Ciò che prima era solo finzione, si sta trasformando in realtà . Facciamo sì che la realtà  assuma le proporzioni da effetti speciali della finzione perché se no non appare abbastanza reale.