Milano, Expo 2015

Sto sfogliando il numero appena uscito di Casamica, supplemento mensile del Corriere della Sera: arredamento, design et similia.
Molte pagine, diversi servizi sono dedicati a Milano, al recente intervento alla Stazione Centrale, e ai progetti in via di realizzazione in vista dell’Expo 2015.
Ampie parti della città verranno ripensate, ricostruite, rinnovate. Quel che c’è di vecchio verrà eliminato per fare spazio al nuovo.
Non che il nuovo sia di per sé un valore: mi fa piuttosto sperare che dietro a queste novità ci sia una progettualità.
Certo, non sempre un progetto è un buon progetto. Tuttavia una speranza c’è.
Milano non è mai stata città di grattaceli, a parte il caso del Pirellone. Ora numerose torri prenderanno a svettare, stagliandosi contro il profilo dei bassi edifici del centro storico.
Quali sono i principi che devono stare dietro un progetto di riqualificazione. Può davvero un evento temporaneo come l’Expo, lasciare dei frutti virtuosi ad una città anche per gli anni a venire?
Ovviamente sì, ma il come non è risposta altrettanto scontata.
Venezia, il ponte di Santiago Calatrava: al di là dei problemi strutturali che mi pare stiano emergendo si sconta il fatto che non sia praticabile ai portatori di handicap. L’archistar, come è ormai di moda chiamare questi architetti, avrebbe risposto, a chi gli faceva notare tale mancanza di attenzione verso i disabili, “non mi è stato chiesto”. Non mi è stato chiesto di pensare un ponte anche per chi ha problemi a deambulare.
Bella risposta. Probabilmente sincera. Talmente sincera da essere un perfetto indizio di miopia progettuale, di incapacità reale di fare il proprio lavoro.
Un ponte a Venezia certo non è una cosa da poco, ma quello che sta per accadere a Milano può avere una portata ben maggiore.
“Non mi è stato chiesto che il grattacielo avesse una funzione anche dopo il 2015…”
A Porta Nuova spunteranno una diecina di grattacieli. Mi hanno colpito un paio di torri destinate ad uso residenziale: le chiamano Bosco Verticale. Dal profilo più o meno parallelepipedo spuntano numerosi terrazzamenti, che dovranno ospitare alberi, arbusti: un vero e proprio bosco. Il progetto è dello Studio Boeri
Nel rendering l’impatto è notevole, per quello che si capisce colpisce in senso positivo.
“Il verde che riveste le torri assorbe le polveri sottili, funge da isolante termico, migliora il microclima e favorisce la sosta dei volatili nella nostra città”. Stefano Boeri.