Due frasi ed un pensiero, atto secondo.

Partiamo dalla fine del tuo discorso, Andrea.

“È difficile da mandare giù che lo stato sposi un universo di valori anziché un altro.” Difficile, talvolta, è vero. Molto più facile se lo stato optasse per rimanere single: di non decidere per tutti, ma lasciare tutti liberi. Non sto chiedendo di legalizzare un omicidio, credo.

No, non stai chiedendo di legalizzare un omicidio. Stai preconizzando il suicidio stesso dello stato, la sua fine per contrazione su se stesso.
Come dicevo, stiamo parlando di un universo di valori cui uno stato fa riferimento per poggiarci sopra prima la costituzione, poi leggi, regolamenti e tutto quanto possa regolare la vita e il divenire si una società che si riconosce in questo stato.
Certo che c’è la possibilità da parte di un individuo di non riconoscersi in questi valori. Ma se un individuo potesse decidere di autodeterminare in toto il proprio universo valoriale e fondare il proprio stato, lo stato non ci sarebbe più, avremmo solo una congerie di individui autodeterminantisi. In un processo di costante parcellizzazione, lo stato si ritirerebbe fino a sciogliersi.
Anarchia.

Bene. Ora andiamo con ordine.
Non sono convinto che si stia parlando di mutazioni genetiche o malattie. Affatto. Qualunque cosa sia l’omosessualità, non la sto contestando in sè, come espressione di una libera inclinazione di una o più persone. Sto semplicemente contestando il fatto che il frutto di questa inclinazione debba essere equiparata a quell’istututo che ad oggi è tutelato esplicitamente dalla costituzione: la “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Articolo 29 della Costituzione Italiana.
Credo che in questo concetto di famiglia come società naturale sia profondamente radicata la finalità conservativa della società: la procreazione.

Per quanto riguarda i testi sacri in cui si fa riferimento alle possibili unioni, basta citare la Genesi. Nel primo e nel secondo capitolo si fa riferimento alla creazione dell’uomo come maschio e femmina: “siate fecondi e moltiplicatevi”. E poi più avanti “Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”.
Per non citare poi la distruzione di Sodoma (e chissà mai che cosa ci facevano di tanto strano a Sodoma), le peccaminose gesta di Onan, peccatore perché disperdeva il proprio seme senza scopo procreativo.
Ma è solo un piccolo accenno, e comunque, diffidando della costituzione, non vedo perché dar credito a un testo vecchio di tremila anni.

La Costutuzione nell’articolo che citi tu, non riconosce uguali diritti a tutti gli uomini. Hai notato? Si parla di dignità, uguale dignità, non uguali diritti. In realtà questa uguaglianza di diritti è recepita dalla nostra costituzione facendo riferimento alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. E questa dice: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.”
Dunque i diritti si riconoscono allo stato della nascita, ma evidentemente è possibile che questa condizione muti. Vuoi un esempio? Se commetto un reato perdo il diritto di votare, per esempio.
I diritti dunque non appaiono essere questo monolito inscalfibile. Si può discuterne.
Ed io discuto, lo ripeto, non sul diritto dell’esistenza degli omosessuali, e ci mancherebbe pure altro. Discuto il fatto che le loro unioni debbano godere dei diritti riconosciuti alle famiglie naturali. E restringo ancor di più il campo. Pur ammettendo la possibilità che possano essere riconosciute le unioni gay per fini civili (eredità, tutela del coniuge, et similia), non ammetterò mai questa ugualianza di diritto in merito all’adozione.

Quanto dici è chiaro: “Un diritto è riconosciuto laddove ci siano dei presupposti. Io per esempio non godo in Italia dello status di rifugiato politico, e quindi non mi vedo riconosciuti queri diritti”.
Ma possibile che la tua chiesa, fondata sulla parola di Cristo affermi quanto dici? Che parafrasato suona: un gay non può avere i miei diritti perché non fornica con una donna, e dunque non procrea.

A parte il fatto che qui si vanno a sovrapporre questioni civili con questioni religiose, e a parte il fatto che la tua parafrasi è assai libera: non si tratta di fornicare (anche perché, permettimi, ma la fornicazione non è l’unione carnale in sè, ma quando fuori dal matrimonio). Si tratta di creare una famiglia. Una famiglia ha il diritto di poter adottare (e poi questo diritto non è poi così semplice ed immediato). Se ci pensi neppure i single hanno diritto di adottare.

Non possiamo prendere decisioni sulla base dei nostri principi. Badiamo ai fatti. Pensaci bene, a quello che hai detto. Non sta in piedi. Smonti in un niente Costituzioni, Dichiarazioni dei Diritti, lotte per riconoscimenti e via discorrendo.

Ecco, vedi. Ancora ognuno sulle sue posizioni.
Sempre con il massimo rispetto, per fortuna.
Almeno togliamo un po’ di polvere dal cervello.

A presto.