Genesis

Girare il mondo per dieci anni e documentare ciò che del mondo l’uomo ha lasciato intatto. Natura vergine, isole di un mondo che nonostante tutto esiste ancora.
Documentare anche la vita di quegli uomini che vivono come forse la natura aveva previsto che vivessimo: società  native, primitive.
Questo è Genesis, l’ultimo grande reportage di Sebastiao Salgado.
Sentire la sua voce parlare serenamente e serenamente essere consapevole che dopo avrà  forse ancora poco da dire, o poco tempo per farlo – alla fine di Genesis, avrà  all’incirca settant’anni- comunica una strana serenità . Serena accettazione del flusso della vita.
Le immagini hanno una forza commovente. Con lo stesso occhio empatico con cui ha sempre ritratto l’uomo, ora Salgado guarda l’animale.
Ci porta a guardare negli occhi dei gorilla, di grandi rettili, delle balene della Patagonia. Dietro ad essi scopriamo una luce di intelligenza. Non si tratta di una rappresentazione che umanizza l’animale. Tutt’altro, l’animale si erge in tutta la sua atavica forza naturale. Ma in quegli sguardi scopriamo quello spirito che permane nel profondo di ogni essere del creato – uomo o bestia che sia.
Sul sito del Guardian Unlimited si possono vedere un po’ delle immagini di Genesis.