Annunciazioni


Alle volte è proprio lo strumento a fare la differenza. E il medium fa il messaggio.
Quello che avevo in testa da tempo, Pinterest mi ha dato la possibilità di farlo con una certa semplicità.
Certo. Pinterest non si aggiorna da solo, dietro la tastiera ci deve sempre essere TestaPensante….

Volevo raccogliere tutte le Annunciazioni dipinte che fosse possibile. Affascinato, stregato dalla bellezza di certe pitture che rappresentano questo episodio.
Una fissazione che mi porto dietro dal corso di Iconologia e Iconografia di Mario Valenti, Università di Trieste.
Il tema dell’incarnazione del Divino nell’umano, rappresentato attraverso non solo la figurazione dell’episodio, ma attraverso la precisa ricostruzione del racconto mitico ( in senso semiotico del termine) attraverso la configurazione di tutti i piani di lettura del dipinto.
Fenomenale, in tal senso, l’Annunciazione di Beato Angelico, esposta al Prado.
Fenomenale a partire dallo sguardo di Eva che chiama l’osservatore dentro il quadro, creando un collegamento tra il primo peccato e quello insito nella vita stessa dell’osservatore. Un peccato che l’incarnazione di cui osserviamo l’incedere e l’entrare nella storia del mondo direttamente nella scena che abbiamo davanti agli occhi.

Lo sguardo di Eva ci chiama e ci instrada all’inizio del percorso di lettura del quadro. Intorno a lei si consuma la Cacciata dal Paradiso terrestre: l’angelo che aleggia sopra i protouomini peccatori. La sua destra lambisce il limite estremo del quadro, e con l’altra indica ai due proprio quel limite da valicare: è l’uscita dalla grazia di Dio. Ma quello stesso Dio che si manifesta sopra i peccatori, è anche, figurativamente il vettore che ci riprende e accompagna di nuovo nella storia, al centro del quadro, verso il punto nodale di tutta la vicenda.

Ed è proprio nel trascorrere, nel muoversi di quel Raggio dorato dall’Alto a sinistra, verso il Basso e destra che esso si fa carico di tutto il suo valore, di tutto il suo potere salvifico.
Raggio della Grazia di Dio, che in forma di Angelo entra a far visita ad una Giovane Vergine. Racchiusa e protetta, da una architettura simbolica prima ancora che reale. Un’architettura in cui gli spazi sono ben scanditi e in cui si installano l’Angelo e la figura di Maria.

Ma ecco che l’Angelo, lo stesso Angelo che ha cacciato Eva dal Paradiso Terrestre, torna nel mondo e nella storia, ma senza perdere il suo legame con il divino. Torna nella storia come angelo dell’annuncio della nuova irruzione del Divino nella storia. E questa salvifica intrusione è proprio semantizzata dal costante ed evidente varcare di soglia.
L’angelo è nello spazio centrale, ma mantiene un legame con lo spazio del divino: il suo piede ancora, e parte delle sue ali ancora sono al di qua della colonna che è il primo limite di uno spazio di mediazione, non del tutto divino e non del tutto umano. Ed ecco invece il Raggio della Grazia di Dio che varca ancora una soglia, ed entra nella storia incarnandosi nel grembo di Maria.
Il gesto di Maria, colta nel momento in cui accetta il messaggio e diviene Nuova Eva. Laddove invece nell’Annunciazione di Simone Martini, Maria è colta nel momento in cui ritrosa risponde “non conosco uomo…”

e questa è solo una minima parte  di quello che

 

è tutto un  mondo da scoprire