Pubblicità sostenibile
Ho letto oggi questo articolo, non recentissimo: Il sogno di una città senza pubblicità — Undicom
Per una curiosa coincidenza era qualcosa su cui stavo riflettendo in macchina stamattina, andando al lavoro.
Non sapervo delle disposizioni di San Paolo del Brasile, stavo solo guardandomi intorno. E vedendo alberi che venivano abbattuti.
Tornare indietro: fermare il dilagare degli spazi pubblicitari. Sto leggendo Infinite Jest di David Foster Wallace. Nel romanzo, gli anni non si contano più come di consueto: sono designati a seconda dello sponsor che li “marchia”. Come se noi dicessimo,”nell’anno del Dixan, l’estate è stata particolarmente calda, mentre nell’anno prima, l’anno Panasonic….”
Quanto tempo ci vorrà? Non credo ormai molto.
Ripensare la commerciabilità degli spazi e del tempo. Spazio e tempo che sempre più massicciamente vengono strappati alle persone per messaggi commerciali.
Nell’articolo si parla della necessità di informare i consumatori: ma quanto c’è di informazione e quanto di semplice coercizione, nell’odierna pubblicità?