Il futuro prossimo venturo

Davvero non so a chi credere, Andrea.
Allo stato della mia formazione è impossibile capire se davvero il rapporto del WWF sia una panzana, o se al contrario l’Istituto Bruno Leoni sia semplicemente in cerca di una polemica ad ogni costo basata sul nulla.
Secondo questo rapporto dunque nel 2050 saremo belli e fottuti: risorse finite, o ci si sposta o ci si estingue.
Ma come dimostrano anche gli esempi riportati, non sempre le profezie si autoavverano. Anzi, pare proprio che quei rapporti siano stati davvero dei buchi nell’acqua.
Non entro nel merito della loro attendibilità, o dell’attendibilità di quest’ultimo del WWF. Mi spingo semplicemente ad una riflessione.

Ho l’impressione che le cose non siano mai come vogliono farci credere. E che sempre questo sia avvenuto. Ecco forse perché quelle profezie sbagliavano di brutto.
Qualcuno sa forse di preciso quanto petrolio c’è, per quanti anni potremo sopportare l’attuale sbilanciato incremento demografico, quanta acqua sarà disponibile per le popolazioni. Ma queste conoscenze vengone tenute ben al sicuro, perché non conviene che si conoscano.
Ho l’impressione che in questo ed in altri casi ci sia un grado di riservatezza sul reale stato delle cose: una riservatezza foriere di vantaggi economicamente rilevanti per chi detiene il sapere.
Forse il petrolio è più di quello che ci fanno credere, e creano un clima di apocalisse energetico solo per giustificare un prezzo al barile patologicamente alto.
Oppure davvero ce n’è poco: ma c’è anche già la soluzione per diventare energeticamente petroleum-free. Semplicemente non viene diffusa perché ancora conviene vendere petrolio a caro prezzo. Qualcosa mi dice che le grandi compagnie petrolifere non si rassegneranno tanto facilmente all’eventuale fine delle riserve petrolifere: avranno un asso da calare quando il petrolio sarà davvero finito.

Qualcuno tra l’altro sostiene che non finirà mai, per una semplice legge economica: diventando sempre più raro il suo prezzo crescerà vertiginosamente fino a diventare non acquistabile, e svantagggioso rispetto ad altri beni-energia.

Con questo non voglio dire che tutto va bene e che in ogni modo troveremo una soluzione per cavarcela. Non sono poi così ottimista.
Credo anzi che questo sfruttamento del potenziale economico delle riserve enegretiche attualmente disponibili sia estremamente miope, soprattutto in quanto ostacola una reale ricerca di fonti a basso impatto ambientale.