Quel che ci resta

Ho dato una sbirciata al sito di Report, per vedere il documentario andato in onda qualche giorno fa, sull’11 settembre. Un documentario finanziato da un miliardario americano per cercare di fornire uan versione plausibile dei fatti di quel giorno, versione plausibile che sembra non dare la commissione ufficiale alla fine della sua indagine.
Si avanza l’ipotesi, si sostiene la tesi che le due torri sono crollate perché fatte crollare con cariche di esplosivo; che contro il pentagono non si è schiantato un aereo di linea, ma un piccolo velivolo, forse addirittura radiocontrollato.
In internet si possono trovare tesi e sostenitori dell’una causa o dell’altra, di chi sostiene la tesi della demolizione su basi scientifiche provate, e chi la confuta, su basi altrettanto scientifiche. A suo dire.

Al giorno d’oggi si tratta solo di decidere quanti soldi servono per stabilire una verità  scientifica. Al miglior offerente la scienza si piega e spiega i fenomeni secondo tesi di comodo, scientificamente dimostrabile.

Non mi interrogo entranddo nel merito della vicenda. Rimango un passo indietro e mi domando che cosa ci rimanga da fare, come si possa vivere – sopravvivere, ora che c’è la certezza di una sola cosa: l’inesistenza della verità . E non si tratta di Verità  filosofica, di Principio. Si tratta di sapere, di poter conoscere l’effettiva causa-effetto di alcuni fenomeni; il loro svolgersi per come si sono svolti.
Mi metto un attimo il cuore in pace e mi convinco serenamente che la verità su questi fatti non la sapremo mai, perché diversi centri di potere vogliono che questa non si conosca, mai. E mai la conosceremo. Bene, a questo punto che cosa ci rimane da fare, per vivere? Per riuscire a mantenere un minimo di dignità  per il nostro intelletto, per il senso critico.
Non credo che sia possibile davvero vivere in questo occidente e riuscire ad essere liberi completamente dai condizionamenti imposti da quei potentati. Eppure ci deve essere un modo per mantenersi puri – è il termine giusto?
Qualcosa mi dice che c’è più verità nella Boheme che in un quotidiano dei nostri giorni. E non so se questo possa aiutare o meno.
Che cosa ci rimane?