Stop Tv

Leggo stasera:SocialDesignZine: Grida catodiche
L’articolo si sviluppa intorno al tema del volume eccessivo e dopato delle pubblicità in tv, pratica diffusa e in linea teorica già proibita, anche senza gli ultimi, peraltro benvenuti, anatemi ministeriali.

Nell’ultima parte però si allarga l’orizzonte del discorso. Cito testualmente:

Va bene ridurre ad un livello accettabile il volume delle pubblicità, ma quando si riuscirà ad impedire che gli inserzionisti possano dettare legge su conduttori e palinsesti, su contenuti e format avremo, forse, una televisione migliore.

Giusto, ma un po’ miope, e generalizzato.
A monte va fatta una distinzione tra tv pubblica e tv privata commerciale. Laddove in quella privata è la legge del mercato che impone questa logica, per cui gli inserzionisti decidono il palinsesto. Ma d’altronde si sa che la tv commerciale non produce programmi, ma semplici aggregatori di pubblico-segmentatori di fasce di mercato.
Contro questo fenomeno l’unica possibilità è porre dei limiti di legge.

Quello che grida vendetta è il fatto che la tv di stato persegua la stessa logica, pur avendo tutti i privilegi dell’essere statale, sostentata tramite il canone. Da qui bisognerebbe bandire le inserzioni e lo strapotere degli inserzionisti. La tv di stato deve semplicemente essere tv di pubblico servizio, dovrebbe offrire quello che a noi farebbe pure bene, e che per logiche di mercato la tv commerciale non offre.