Cortocircuito nell’informazione

Di nuovo. Siamo ancora al solito punto.
Qualcosa nell’informazione è profondamente malato.
Permane una perenne situazione di corto circuito tra chi dovrebbe fare informazione e il sistema economico, chi produce ricchezza – il più delle volte per sé, attraverso la vendita di beni o servizi.

Corriere della Sera, 19 luglio 2006:Simona Izzo: «Rovinata dal lifting»

Prima nota da rimarcare: è appena scoppiata una guerra, e in home page del corriere, sezione primo piano c’è la notizia di simona izzo e del suo caso. Mi pare strano che non ci fossero notizie più importanti cui dare risalto.

Pensandoci però forse mi sbaglio: la izzo parla del suo caso ad un settimanale perché vuole dare un messaggio forte alle donne che la ascoltano: «Vado in pellegrinaggio da un medico all’altro ma per ora senza grossi risultati. Ho deciso di raccontare quel che m’è successo perché le donne stiano attente, non si fidino ciecamente delle tante promesse sui miracoli dei trattamenti estetici». Giusto quindi dare un po’ di luce a questa notizia.
Ecco perché quindi ho voluto approfondire, e ho seguito il link che dalla prima pagina mi portava all’articolo.
E qui scatta il cortocircuito. Sotto le poche, anonime righe dell’articolo, c’è un box di annunci google. Uno spazio di link promozionali che probabilmente si aggiornano in automatico. E che probabilmente vengono messi lì da un programma che legge la pagina e a seconda del contenuto sceglie quali annunci pubblicare.
E guarda caso lì sotto ci sono due annunci su tre che pubblicizzano centri di chirurgia estetica.

Per me qualcosa non funziona. Non può essere libera un’informazione che si fa pagare dal mondo economico.

Qui c’è lo screenshot della pagina di cui sopra.