Ascesa e declino

Che sia un ineluttabile fenomeno naturale? Una legge da cui è impossibile svincolarsi?
Che tutto sia destinato, prima o poi, a corrompersi, ad annacquarsi, a perdere valore?
Mi pare sia cominciato il declino del blog di Beppe Grillo. E non parlo di numeri, non mi interessa molto il fatto che milioni di persone vi accedano, che sia il sito più visitato d’Italia e via discorrendo.
Ultimamente – o forse sono io che solo ultimamente ci ho fatto caso – ogni post è seguito da una sequela di commenti, chesempre più spesso assumono toni inadeguati, incivili, violenti e volgari. Insulti a chi ha commentato in precedenza, risposte accalorate da chi è stato offeso. Commenti del tutto off topic, commenti ripetuti più e più volte, una sorta di urla, di spam in una nuova forma.
Mi domando se a Beppe Grillo faccia comunque comodo. Perché in tutto questo non mi pare che lui abbia dato alcun segno di fastidio. Si sono susseguiti invece alcuni post sibillini, su temi che forse loi vedevano incerto su quale posizione tenere, e quindi rinunciando ad una grande prova di saggezza: rimanere in silenzio.
Il suo blog ha subito quel curioso processo che potremmo definire di commercializzazione, a cui purtroppo non si sottraggono molti altri fenomeni. Un processo per cui la qualità è inversamente proporzionale alla diffusione. Tracce forse di un principio economico le cui profondità mi sfuggono.
In realtà, l’abbassamento del livello della discussione è solo in parte da addebitarsi al Grillo, la cui unica – tuttavia enorme – colpa, è quella di non moderare il tono delle discussioni, eliminando commenti sopra le righe. Data però l’enorme mole di lavoro cui andrebbe incontro, sarebbe forse più praticabile e rispettabile la strada del chiudere del tutto i commenti. Non mi pare che si perderebbe tutta questa libertà di espressione, non mi pare che andremmo incontro a chissà quale perdita di informazione.
Evidentemente anche nel web gli assembramenti di persone, il formarsi di masse concentrate in un luogo in un medesimo momento (poco importa a questo punto che si tratti di un luogo fittizio), provoca nell’animo umano una reazione tale da avvicinarlo pericolosamente all’animale dal quale discende. Le persone diventano gente, la gente ddiventa massa e la massa degenera a velocità parabolica in branco. Contemporaneamente i singoli elementi di questa congerie regrediscono, si ritirano da quella pianura di razionalità conquistata con secoli di civiltà, per ritornare nella foresta, sugli alberi, dediti alla caccia e alla pura legge della sopravvivenza sopraffacente.