Il logo e la perdita di libertà

Per vie traverse ho scoperto questa notizia, ora non più recentissima, ma ugualmente interessante: BBC NEWS | Europe | Fans lose trousers to gain entry.
In breve: un bel po’ di tifosi olandesi ha dovuto togliersi i pantaloncini sponsorizzati da un produttore di birra pur di entrare allo stadio per seguire la propria nazionale.
Il problema nasce dal fatto che la Budweiser ha messo un bel po’ di soldini per sponsorizzare l’evento Mondiali, e per avere l’esclusiva nella vendita di birra all’interno degli stadi. La possibilià che quei pantaloncini del competitor potessero trovare visibilità durante la diretta televisiva, ha fatto scattare l’aut aut: o ci si leva le braghe o non si entra allo stadio.

È la realizzazione del potere del logo: la capacità di limitare la libertà individuale delle persone pur di salvaguardare il proprio interesse. L’aver pagato, l’aver speso dei soldi per sponsorizzare l’evento genera la pretesa di poter dettare regole onnipotenti. In questa logica chi ha comprato un biglietto di una partita non va ad assistere ad un evento sportivo (purtroppo una pia illusione, di certo ancora assai diffusa), ma si rende partecipe di una liturgia mediatica in onore del marchio sponsor, a lui gloria e splendore.
Tutto quello che può offuscare o rendere meno brillante questa celebrazione deve essere preventivamente neutralizzato.

In Italia il calcio si trova in un momento cruciale: ogni credibilità è stata persa. Ma al contempo si pone davanti la possibilità di un totale ripensamento del sistema, una rifondazione su basi più ingenue e genuine.
Per prima cosa bisogna svincolarsi dal ricatto degli sponsor, bisogna far calare immensamente gli investimenti. E se questo vuol dire far sparire il calcio dalla televisione, ben venga. Ritornare alle radiocronache, per far tornare il calcio quello che era: un semplice sport.
Disinnescare quel cortocircuito tra sport, spettacolo e industria (gli sponsor).
Se si riuscisse a dimostrare che lo sport può funzionare anche senza i soldi degli sponsor invandenti, si riuscirebbe a fare un primo passo verso un affrancamento più generalizzato.