Square: una riflessione
Andrea, la tua è una riflessione che ne fa nascere altre, discutibili se vuoi.
La grandezza e la mediocrità del male. Nel tuo post c’è un riferimento, un parallelismo tra i protagonisti della vicenda di oggi e Gandhi ed Hitler.
E subito ci si accorge della grandezza di questi – grande nel bene Gandhi, grande nel male Hitler. E dell’immensa piccolezza di quelli: mr. bush ed al zarqawi. Talmente piccoli che, come dici tu, morto un al zarqawi ce ne sono già decine di altri pronti a prendere il suo posto.
La grandezza si vede davvero nei metodi di agire, nelle categorie di pensiero che entrano in gioco. Allora si parlava di dialogo. Oggi si lanciano missili.
Purtroppo però anche il male mediocre, il male compiuto da piccoli maligni, è dannoso quanto e forse più di quello perpetrato dai grandi maligni.
Riflessione sterile, dunque. Poco utile.
Che stia entrando anche in noi questa mediocrità imperante al giorno d’oggi? Forse ci stiamo assuefacendo al fatto che tutto sia piccino, mediocre, sostituibile, rimpiazzabile. Compro un telefonino, mi dura sei mesi e poi si rompe; un poco mi scoccia, ma alla fin fine poi prendo, vado al grande magazzino dell’elettronica e lo cambio. Faccio tutto quello per cui quel telefonino era stato progettato. Mediocre e sostituito da un’altra mediocrità . Ormai abbiamo fatto il callo a questo meccanismo. Difficile davvero spezzarlo senza conseguenze dannose, in un modo o nell’altro.
Meccanismi sovra-individuali. Esattamente come la lotta armata, fomentata da mediocri ideologie (che sia il potere delle sette sorelle o quello della guerra santa islamica). Finito un al zarqawi, un osama, un omar, si riparte. Si va al grande magazzino della miseria, si raggiunge il reparto ideologizzato e si prende la prima carne da cannone vestito da capo carismatico. Altrove si va al supermercato della democrazia elettiva, si prende uno dei candidati preconfezionati da qualche altro mecanismo mediocre, e lo si ricopre legittimamente di pieni poteri. E il gioco è fatto: due mediocri a confronto, incapaci di capire alcuna logica che non sia quella del direttore del supermercato da cui vengono.
Noi, ormai convinti che la mediocrità sia un gran valore, ringraziamo e ci leviamo il cappello quando passa il presidente di turno, soddisfatti perché abbiamo fatto le primarie.
E così via, in un continuo spiraleggiare verso il basso, incapaci di capire che al peggio, forse, non c’è limite.
A meno che, con una fantasia inaspettata, l’Uomo decida di svoltare. La prima svolta sarebbe riconoscere come individuo la persona che accanto a te dorme, sfinito, seduto in metropolitana. Sarebbe riconoscersi come individui, in mezzo ad individui. Individui insignificanti, ché nessuno si metta in testa di essere onnipotente. Ma individui, non masse. Storie singole, non fenomeni da libro di geopolitica.
E se ciascuno capisse che come entità singola può anche nel suo piccolo, infinitesimale mondo cambiare qualcosa perché non continui la sua corsa spiraleggiante verso il basso, allora sarebbe possibile, prima o poi, vedere finalmente l’Hitler e il Gandhi che si parlano.
E che dopo essersi parlati, si capiscono, e ci spiegano perché dobbiamo riporre le nostre armi (kalashnikov o royalties petrolifere), e fare tutti quanti un passo indietro perché possa esserci un posto decente in cui vivere ancche per i nostri nipoti.
Allora.
La prima grande, immensa rivoluzione dobbiamo farla dentro di noi.
http://squareplaza.blogspot.com/2006/06/la-mediocrit-di-questa-nostra-epoca.html