L’ebbrezza data dal denaro

Guardiamoci intorno: gente che ha i soldi ce n’è tanta.
Non importa quanti siano i loro soldi: sono abbastanza da poter permettere l’aquisto di audi mercedes bmw.
E quello di attici in centro e case al mare e in campagna.
Da che parte arrivino quei soldi, non mi interessa saperlo. Il lavoro merita pure di essere ricompensato.
Quello che non sopporto sono le scorciatoie che il denaro mette a disposizione.
Scorciatoie deleterie se messe a disposizione di gente senza un minimo di cultura…
Ho letto da qualche parte di un commercio di olivi secolari.
Gli olivi così anziani, dal tronco enorme e contorto, scavato come il viso di un vecchio, scontano due peculiarità, fatali per loro, una manna per gli ignoranti arricchiti. Producono ormai poche olive, e hanno poche radici in rapporto alla loro mole.
Tutto questo ha permesso che, un bel giorno, qualche ignorante arricchito sia riuscito a realizzare un suo stupido desiderio: avere un olivo secolare nel giardino della sua casa in campagna. Senza piantarlo da giovane, senza aspettare anni, senza trascorrere le serate sotto i suoi rami a pensare come sarà quando l’olivo sarà  più alto del portico…
E poiché di questi tempi gli ignoranti arricchiti sono parecchi, c’è stato anche qualche furbo sciacallo che ha messo su il commercio: la tratta degli olivi secolari. Facili da sradicare, conveniente da vendere da parte dei produttori di olive, vendibili all’arricchito a cifre alte abbastanza da gratificare la sua ricchezza.
Ecco, il denaro sembra dare la possibilità  di comprare tutto, e riempie di ebbrezza l’arricchito ignorante.
Questo non è l’uomo. Quest’uomo merita la fine dei tempi. Se la cerca. Ci va incontro ancora per infinita ignoranza.