Mi sembra di sentire

Mi sembra di sentire nell’aria un’aria nuova, ma familiare. Nuova forse solo nel senso che era un po’ che non la si sentiva, e per questo se ne era perso il ricordo. Ma appena riapparsa ecco riapparire anche la consapevolezza che no, non di nuova aria si tratta, ma di qualcosa che torna, in forma diversa magari. O la forma è la sessa, ma cambia comunque qualcosa, ma non tutto. Trasformazione, metamorfosi, evoluzione, crescita.

Arrivano i capelli bianchi, mi annuncia mia moglie. Spuntano dietro le tempie, vicino alle orecchie, dove la barba si confonde. Nel torpore di anni riaffiora quest’aria.

Quella di scrivere ancora, ma stavolta con un progetto (“…senza un progetto dimmi come ci si sente…”)

Ho letto che il 2019 sarà l’anno di ritorno dei blog. Sarà una coincidenza?

Di solito riprendono queste fiammate, pubblico qualcosa ripreso da un altro sito, forse una notizia, forse un video, ogni tanto una canzone.

Più difficile riprendere l’ardire di battere sui tasti, far incontrare dita e lettere, in un faccia a faccia pugilistico, quasi, un alternarsi di colpi gentiluomini, che tornando a rito a riaffrontare le lettere, le stesse lettere a distanza di poche battute, di pochi jab.

Perché prima di metterci di nuovo l’anima dentro, devi ritrovare il ritmo, il groove, il mood della scrittura.

Quante volte ne ho parlato? uno dei sostantivi che più ritorna in questi post, in quelli che tentano di diventare i primi di una serie, auspicabilmente lunga, più realisticamente fuoco di paglia.

Magari poi è solo il gusto di un gioco di parole in più.

unsplash-logoOladimeji Odunsi