“Calvin & Hobbes” hanno trent’anni – Il Post
Troverete i vostri dilemmi etici in ogni parte delle vostre vite, sia personali che professionali. Abbiamo tutti desideri e bisogni diversi, ma se non scopriamo cosa vogliamo da noi stessi e per cosa combattiamo, vivremo passivamente e insoddisfatti. Presto o tardi, a tutti noi viene chiesto di compromettere noi stessi e le cose che ci importano. Definiamo noi stessi attraverso le nostre azioni. Con ciascuna decisione, raccontiamo chi siamo a noi stessi e al mondo. Pensate a cosa volete da questa vita, e siate consapevoli che ci sono molti tipi di successo. Molti di voi faranno legge, altri economia, altri medicina, o altri lavori, e potete aspettarvi quel tipo di stipendio di partenza che, con un po’ di fortuna, vi permetterà di pagare i vostri debiti d’iscrizione nell’arco di questa vita. Ma avere una carriera invidiabile è un conto, ed essere felici è un altro.
Realizzare una vita che rifletta i vostri valori e soddisfi la vostra anima è un risultato raro. In una cultura che promuove incessantemente l’avarizia e l’eccesso come esempi positivi, una persona felice di fare il suo lavoro è generalmente considerata eccentrica, se non sovversiva del tutto. L’ambizione è compresa soltanto se finalizzata a raggiungere la cima di una qualche immaginaria scala del successo. Chi decide di fare un lavoro meno impegnativo, perché gli permette di seguire altri interessi e attività, è considerato un tirapacchi. Una persona che abbandona la sua carriera per stare a casa e crescere i figli è considerato uno non all’altezza delle sue potenzialità, come se un titolo professionale e uno stipendio fossero l’unica misura del valore umano.
Breve storia e celebrazione – per cultori e inesperti – di una delle strisce a fumetti più popolari e rimpiante di sempre, a 30 anni dall’uscita della prima